Moderno – Recupero di Stagione
Nurit Stark violino
Cédric Pescia pianoforte
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Ernest Bloch
Sonata n. 2 “Poème mystique”
Ludwig van Beethoven
Sonata n. 10 op. 96
Ferruccio Busoni
Seconda sonata op. 36a
Gli interpreti di questa sera ci offrono un affiatamento cameristico fuori dal comune, affinato da anni di vita musicale (e non solo) insieme.
L’accostamento dell’ultima sonata del genio di Bonn a due capolavori del Novecento storico ci consente di apprezzare l’estrema visionarietà beethoveniana, la cui influenza si estende ben oltre i limiti cronologici del secolo in cui è vissuto. Busoni guarda a Beethoven per sua stessa ammissione, e in particolare all’op. 109 per pianoforte da cui mutua la struttura generale. Inoltre, come sappiamo da un frontespizio di un abbozzo, l’opera avrebbe dovuto intitolarsi Sonata/Quasi una fantasia, chiaro riferimento all’op. 27.
Apre il concerto il Poème mystique di Bloch, brano molto impegnativo per gli esecutori, un’opera seria e pacifica che vuole trasmettere speranza e ottimismo, ispirata al credo nella fratellanza dell’umanità e nell’universalità della fede: non a caso spicca nel brano la melodia gregoriana Credo in unum Deum.